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Campania Felix – Mostra

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Campania Felix

Il 9 ottobre 2025, alle ore 17, si inaugura la mostra Campania Felix presso l’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen, organizzata da DIAA – Danish Italian Art Association, associazione non profit fondata nel 2021 da Charlotte Steiner ed Eva Gericke, in collaborazione con la piattaforma Montoro Contemporanea.

 

È possibile visitare l’esposizione in Istituto fino al 6 novembre nei seguenti orari:

Lunedì e martedì: 09.30-17.00

Mercoledì e giovedì: 09.30-16.00

Venerdì: 09.30-15.00

 

Dieci rinomati artisti campani – Cristina Cianci, Franco Cipriano, Antonio Caporaso, Ugo Cordasco, Vincenzo Elefante, Lello Lopez, Enzo Palumbo, Eliana Petrizzi, Nicola Salvatore e Franco Sortini – presentano opere tra pittura, scultura e fotografia, raccontando la bellezza e le contraddizioni sociali della loro terra.

La mostra è curata dal professor Andrea B. Del Guercio dell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, noto per la capacità di unire eredità storica e linguaggi contemporanei.

Joachim Steiner e altri musicisti interpreteranno brani tradizionali campani intrecciando sonorità nordiche e napoletane.

I soci DIAA potranno partecipare all’estrazione di opere originali per un valore complessivo di 10.000 DKK.

Campania Felix fa parte della Giornata del Contemporaneo, segnando la partecipazione della Danimarca al dialogo artistico globale.

 

“The Core of Time – Far Before and After” di Stefano Cagol

2025, pietra dolomitica, alluminio, 270 x 150 x 270 cm.

In occasione di Campania Felix,  Stefano Cagol – diplomato all’ Accademia di Belle Arti di Brera nel 1993 – presenta “The Core of Time (far before and after)“, istallazione donata dall’artista all’IIC che entra a far parte del Giardino di Sculture dell’Istituto, accanto alle opere di Alberto Garutti, Felice Levini e Crystal Bennes, suggellando lo stretto dialogo che Cagol sta portando avanti negli ultimi con Danimarca e Groenlandia.

“The Core of Time (far before and after)” è un’opera che parla di tempo ed è costituita da soli due materiali: pietra dalle montagne alpine delle Dolomiti al centro di una geometria perfetta, una piramide disegnata da linee e composta in elementi d’alluminio. L’artista ha trasportato personalmente una roccia dal luogo in cui vive e dove è nato, un frammento di Dolomiti, oggi alte montagne, che custodiscono memorie ataviche di mari primordiali e un tempo erano un arcipelago tropicale, atolli, coralli. L’installazione evoca ere geologiche cosi lontane da non poter nemmeno esser immaginate, di gran lunga precedenti alla presenza dell’essere umano, ridimensionando l’ego antropocentrico e il nostro senso del tempo.

  • Organizzato da: DIAA