Questo sito utilizza cookies tecnici (necessari) e analitici.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookies.

Arte Open Air nel Giardino dell’Istituto

Arte Open Air nel Giardino è un progetto artistico dinamico,  avviato dall’Istituto Italiano di Cultura nel 2019, con l’intento di creare uno spazio espositivo di istallazioni open-air per promuovere l’arte contemporanea italiana in Danimarca.

Thorvaldsen’s Weeds

Le Erbe di Thorvaldsen

di Crystal Bennes

 

 

Questa installazione si ispira a un fatto reale e poetico: nel 1840, un prato italiano germogliò fuori dal Museo Thorvaldsen di Copenaghen. Le sculture di Bertel Thorvaldsen, spedite da Roma, erano protette da fieno che, una volta gettato all’esterno, liberò semi nei terreni danesi. Ne nacquero almeno 30 specie mai viste prima in Danimarca, sorprendendo i botanici locali che ne conservarono gli esemplari.

Crystal Bennes ha riscoperto questi campioni dimenticati nell’erbario dell’Università di Copenaghen. Con circa 60 specie identificate anche negli imballaggi originali, ha ricreato un prato ispirato a quello storico, composto da trifogli, erbe e fiori selvatici tipici dei prati da fieno ottocenteschi, oggi quasi scomparsi.

L’artista ha seminato 45 specie mediterranee, senza sapere quali prospereranno nel clima attuale: l’incertezza è parte integrante dell’opera.

Originariamente presentata nel 2023 al Museo Thorvaldsen per la mostra Flora Italica, curata da Karen Benedicte Busk-Jepsen, l’installazione è ora ospitata in forma semipermanente nel giardino dell’Istituto Italiano di Cultura, grazie al recupero di materiali durante la disinstallazione.

L’opera è stata inaugurata il 26 giugno 2024 alla presenza dell’artista e della curatrice.

Si ringrazia TagTomat per il supporto tecnico.

 

                     

 

 

Tutti i passi che ho fatto…

di Alberto Garutti

 

 

“Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora” è un’installazione realizzata da Alberto Garutti per l’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen, in collaborazione con Zerynthia – Associazione per l’Arte Contemporanea.

L’opera consiste in una lastra di pietra estratta dalla Majella incisa con questa frase e collocata nel giardino dell’Istituto. Dal 2004, la stessa frase è stata affissa in luoghi pubblici internazionali come aeroporti, piazze e musei, stabilendo ogni volta un legame unico con il contesto locale.

Attraverso queste installazioni, Garutti vuole invitare il passante a riflettere sulla propria esistenza e sul valore di ogni singolo passo compiuto. Le opere si intrecciano con la memoria collettiva e i luoghi in cui sono inserite, creando una mappa di percorsi umani e relazioni invisibili.

L’artista combina specificità di luogo e ubiquità, micro e macro scala, proponendo un’arte pubblica diffusa che si oppone al concetto tradizionale di opera unica. Come afferma lui stesso: “Le mie opere cercano la massima dispersione. Urbanistica e dettaglio si alimentano a vicenda.”

L’installazione entra a far parte della collezione permanente di arte contemporanea dell’Istituto contribuendo alla creazione di un parco scultoreo all’aperto dove arte, natura e architettura dialogano in modo sempre mutevole.

L’opera è stata presentata online l’11 dicembre 2020 sui canali social dell’Istituto.

 

Alberto Garutti è uno dei principali esponenti dell’arte pubblica italiana. Professore allo IUAV di Venezia e già titolare della cattedra di Pittura all’Accademia di Brera, ha esposto in importanti musei e biennali internazionali, realizzando numerosi progetti permanenti in spazi pubblici e privati in Europa, Asia e America.

 

Astratti furori

di Felice Levini

 

 

“L’opera di Felice Levini invita ad entrare nella normalità estraniante del reale, ad approfondire tale condizione ed a guardarla sempre più ad occhi aperti.”

Achille Bonito Oliva

“Astratti furori” (pavimento in ceramica stampata) è un’opera di Felice Levini, presentata nell’ottobre 2019 presso l’Istituto di Copenaghen in occasione della mostra “ITALIAXINCOGNITA”, allestita per celebrare la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo.

L’opera è ora parte della collezione permanente dell’Istituto ed è visibile nel giardino antistante la sede.