Méditation
Musiche di V. Gaultier, C. Mouton, J. Gallot, R. De Visée, F. Couperin
Simone Vallerotonda – liuto barocco
Omaggio a Pier Paolo Pasolini
centenario della nascita (5 marzo 1922 – 2 novembre 1975)
Ebbene, ti confiderò, prima di lasciarti,
che io vorrei essere scrittore di musica,
vivere con degli strumenti dentro la torre di Viterbo che non riesco a comprare,
nel paesaggio più bello del mondo, dove l’Ariosto
sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con tanta
innocenza di querce, colli, acque e botri,
e lì comporre musica,
l’unica azione espressiva
forse alta, e indefinibile come le azioni della realtà.
Pier Paolo Pasolini, da “Poeta delle ceneri”, 1966
La torre di Viterbo è in realtà la Torre di Chia, o castello di Colle Casale, vicino a Bomarzo, risalente al 1200 e appartenuto, nel corso dei secoli, agli Orsini, ai Lante della Rovere, ai Borghese.
Una “casa di luce”, questo voleva realizzare Pier Paolo Pasolini quando nel 1970 acquistò i ruderi del castello di Colle Casale adiacenti la Torre di Chia. E questo fece, disegnando lui stesso l’abitazione addossata al murale rimasto, un capolavoro di integrazione nel paesaggio, una casa di pietra e vetro mimetizzata fra le rocce e il verde della natura circostante. Sua ultima dimora e luogo dell’anima. Qui lavorò al romanzo rimasto incompiuto, Petrolio (Einaudi, 1992) e a molte delle sue Lettere luterane.
Pasolini si innamorò della Torre nella primavera del 1964 girando le prime sequenze del film Il Vangelo secondo Matteo. Per le scene del battesimo di Gesù, infatti, scelse il torrente Castello che scorre sotto la Torre di Chia.
Un luogo in cui ricercare un ritorno ad uno stato di natura incontaminato, dove poter trovare la condizione interiore ideale per lavorare.
Sono solo, in mezzo alla campagna: in una solitudine reale, scelta come un bene. Qui non ho niente da perdere (e perciò posso dire tutto), ma non ho neanche niente da guadagnare (e perciò posso dire tutto a maggior ragione).
Meditare coi suoni
“Di tutta la musica per liuto, ho sempre considerato quella dei liutisti francesi del ‘600 come unica, diversa da tutte le altre. Il suo sottintendere un ritmo non scritto, l’inégalité, e tutto un apparato estetico d’ornamentazione, la riveste di un fascino intimo. La codifica richiesta dai prélude non mesuré, pone l’esecutore in un dialogo diretto con l’autore, rompendo il muro dei secoli che li separano. Il suo essere elitario traspare in brani spesso costruiti con poche note, dove i rapporti tra i suoni si elevano ad un livello metafisico. La sensazione è quella di esser sospesi, aggrappati a nuvole di suono che svaniscono non appena si creano. Sono dialoghi e monologhi sonori, delle meditazioni scritte con le note al posto delle parole, sulla vita in tutte le sue sfaccettature: la bellezza di una donna, o la mutevole varietà degli stati d’animo dell’uomo, dalla malinconia, alla superbia, alla dolcezza, o la riflessione sulla morte espressa con il tombeau, la forma più intima e profonda inventata proprio da questo circolo esclusivo di liutisti. E così nella spiritualizzazione del materiale e nella materializzazione dello spirituale questa musica costringe l’esecutore a guardarsi allo specchio e fuori di sé e ad esprimersi con i suoni lì dove le parole non arrivano”.
Simone Vallerotonda
Quattro suites legate ai quattro temperamenti dell’animo umano: flemmatico, malinconico, collerico, sanguigno. Da Ippocrate fino a tutto l’Ottocento, la “teoria degli umori” era il modello con cui spiegare le relazioni tra gli stati d’animo dell’uomo e la realtà esterna. Ad ogni umore è legato un elemento, una stagione, una parte del corpo, un momento della giornata, una fase dell’esistenza, un colore, in un complesso e dettagliato sistema di relazioni e influenze.
AUTUNNO – FREDDO – ACQUA – FLEMMATICO – TESTA
Suite in Re minore
Prelude, Canarie de Hotmann, Allemande de Hotmann, Courante de Dubut le Pére, L’Altesse Royale de Gallot, Les tendres plaintes de Rameau,
ESTATE – CALDO SECCO – FUOCO – COLLERICO – FEGATO
Suite in Sol minore
Rondeau de Dubut, Air pour les esclaves africaines, Les Plaisirs de Gaultier, L’enchantement de Pinel,
INVERNO – FREDDO SECCO – TERRA – MALINCONICO – MILZA
Suite in Do minore
Prelude de Mouton, Tombeau de Mazarin par De Visée, Le Volage de Mouton, La coquette de Gallot, La belle espagnolle de Mouton, La belle florentine de Mouton, La Comete de Gallot
PRIMAVERA – CALDO UMIDO – ARIA – SANGUIGNO – CUORE
Suite in La maggiore
L’Enciclopédie de Dubut, La Plaged’or de Dubut, Les Castaganettes de Gallot, Muzette de Visée, La cicogne du Vieux Gallot, Tombeau du Vieux Gallot par De Visée
Il Recital Méditation, ispirato all’omonimo progetto discografico, vuol essere un pensiero, un omaggio, ad uno dei maggiori artisti e intellettuali del XX secolo, in occasione del centenario della sua nascita. L’album è stato registrato in quell’area geografica della Tuscia, in alto Lazio, che tanto fu cara e prediletta dal poeta friulano. È dunque l’esclusività dei luoghi a ricondurre in primis il progetto concertistico/discografico di Simone Vallerotonda al suo ricordo. Ma non soltanto. È soprattutto nell’affinità del contenuto poetico/musicale che nasce un riferimento profondo, silenzioso. Forse come pochi, Pasolini riuscì a comprendere il valore assoluto, imprescindibile della musica, quale unica azione espressiva forse alta, e indefinibile come le azioni della realtà. E con linguaggio universale fu in grado di spiegare la molteplicità, il tormento, la complessità degli stati d’animo dell’essere umano, in relazione con la realtà esterna.
E io ritardatario sulla morte, in anticipo sulla vita vera, bevo l’incubo della luce come un vino smagliante
(P.P. Pasolini – Lettere luterane, 1975)
…Non brucia una fiamma in questo inferno
di aridità, e questo arido furore
che impedisce al mio cuore
di reagire a un profumo, è un rottame
della passione… A quasi quarant’anni,
io mi trovo alla rabbia, come un giovane
che di sé non sa altro che è nuovo,
e si accanisce contro il vecchio mondo.
E, come un giovane, senza pietà
o pudore, io non nascondo
questo mio stato: non avrò pace, mai…
(P.P. Pasolini, 1960)
…Poi il canto, che s’era levato
gioioso, disperato, cessa, e il vecchio
lascia cadere la bandiera, e lento,
con le lacrime agli occhi,
si ricalca in capo il suo berretto.
Su questa baraonda della Villa, il buio
che sommerge la disperata allegria,
è, forse, più l’ombra del dubbio
che la precoce notte. È la nostalgia
dei vecchi tempi, la paura, pur bandita,
dell’errore, che spira tanta malinconia
– non l’aria d’autunno, o una sopita
pioggia – sulla sfiorita festa.
Ma in questa malinconia è la vita…
(P.P. Pasolini, Una polemica in versi, da Le ceneri di Gramsci)
Simone Vallerotonda
Nato a Roma nel 1983 ha iniziato gli studi musicali sulla chitarra classica. Affascinato dalla musica antica a 18 anni acquista un liuto senza minimamente saperlo suonare. Ha iniziato così a studiarlo con Andrea Damiani al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, dove si è diplomato col massimo dei voti. Ha successivamente conseguito il diploma di Master su Tiorba e Chitarra barocca con il massimo dei voti presso la “Staatliche Hochschule für Musik” di Trossingen, sotto la guida di Rolf Lislevand.
Si è laureato in Filosofia col massimo dei voti presso l’Università “Tor Vergata” di Roma e si è specializzato in Estetica col massimo dei voti e la lode, dedicandosi ai rapporti tra la musica del ‘700 e gli Enciclopedisti.
Nel 2011 è risultato miglior classificato, nella sezione solisti, al Concorso Internazionale di Liuto “Maurizio Pratola” e vincitore del concorso REMA (Rèseau Européen de Musique Ancienne) nella sezione musica da camera.
Ha suonato nei teatri e nelle sale più prestigiose in USA, Australia, Sud America, Sud Africa, Cina, e in tutta Europa, tra cui: Carnegie Hall di New York, Sydney Conservatorium, Teatro de la Ciudad a Città del Messico, Teatro Municipal di Santiago del Chile, Singapore Lyric Opera, Concertgebouw di Amsterdam, Wigmore Hall di Londra, Theater an der Wien, Theatre des Champs Élysées di Parigi, Casa da Musica di Oporto, Liszt Academy di Budapest, Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma.
Ha registrato per importanti emittenti radio e televisive quali: RAI, ABC, BBC, Mezzo, France Musique, Radio4, Arte, Polskie Radio, Kulturradio, RSI, Radio Classica, Radio Vaticana e ha inciso per Naïve, Sony, Erato, EMI, Decca, Amadeus, Brilliant, Aparté, E Lucevan Le Stelle Records, Arcana /Outhere Music.
Oltre alla sua attività di solista, collabora come continuista con vari ensembles tra cui: Modo Antiquo, Rinaldo Alessandrini & Concerto Italiano, Imaginarium Ensemble, Cantar Lontano, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Ottavio Dantone & Accademia Bizantina.
A 38 anni vince la nomina di ruolo come docente di Liuto al Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza.
Aperto alla sperimentazione e alle contaminazioni, ha suonato con Vinicio Capossela… ma questa è un’altra bella storia!
È fondatore de “I Bassifondi“, suo ensemble con cui propone il repertorio per Chitarra, Tiorba e Liuto del ‘600 e ‘700 con il basso continuo.
È sostenuto dal CIDIM – Comitato Nazionale Italiano Musica, sia come solista che con il suo ensemble.